IL LAGO DI BOLSENA - È il maggiore dei laghi vulcanici italiani ed il quinto in assoluto. Sorge ad un’altitudine di 305 m slm, si estende per circa 114 kmq ed ha una profondità massima di 146 m. Sulle acque del lago si affacciano numerosi tratti di spiagge sabbiose la maggior parte delle quali servite da stabilimenti balneari. Le colline circostanti, che raggiungono i 600 m di altezza e sono ricoperte da una rigogliosa vegetazione,e le due isole che vi sorgono, fanno della zona uno dei paesaggi più interessanti della Tuscia laziale. La presenza dell’uomo nella zona risale ad epoche antichissime, come testimoniano il ritrovamento dei resti di un villaggio palafitticolo (al Gran Carro) e di una piroga preistorica sommersa. I fondali del lago costituiscono l’habitat ideale per numerosissime specie ittiche tra cui il persico reale, il luccio, l’anguilla, il lattarino, il coregone (che vive solo in acque pulite e che qui rappresenta la metà dell’intero pescato), la tinca, la lasca, il cefalo, la carpa e il cavedano. Veniamo alle due isole. | |||||
L’Isola Bisentina, 17 ettari di superficie, si può raggiungere con un servizio di motoscafi in partenza da Bolsena e Capodimonte ed è visitabile solo accompagnati da una guida. Tra fitte macchie di lecci e profumati roseti sull’isola sorgono numerosi monumenti: dai resti di necropoli etrusche ad un convento quattrocentesco, dalla chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, all’interno della quale è sepolto Ranuccio III Farnese, al Palazzo Farnese (del Vignola), alle numerose piccole chiese situate in cima alle varie collinette. Di particolare suggestione la “Malta dei Papi”, un orrendo carcere a vita situato alla base di un pozzo verticale riservato agli ecclesiastici colpevoli di eresia. Più piccola l’Isola Martana, 10 ettari, ma ugualmente ricca di storia e monumenti. Qui venne tenuta prigioniera e quindi assassinata nel 535 d.C., la regina dei Goti Amalasunta, figlia di Teodorico. Sono visibili sull’isola i ruderi dell’antica chiesa di Santo Stefano e di un antico castello. |
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IL LAGO DI VICO - Formatosi circa settecentomila anni fa a seguito dello sprofondamento del vulcano di Vico, il lago si estende per 12 kmq ad una altitudine di 507 m slm. Si trova al centro di una RISERVA NATURALE che è possibile percorrere a piedi, a cavallo, in mountain-bike o in land-rover. Da visitare le aree paludose e i sentieri del Monte Venere o del Monte Fogliano ricoperti da cerri ad alto fusto e da secolari faggete depresse (che gli esperti indicano come un residuo delle glaciazioni preistoriche). Tra castagneti e querceti ed un ricchissimo sottobosco (almeno quindici specie di orchidee selvatiche), vivono la volpe, la donnola, la lepre, la martora, l’istrice, il ghiro, il tasso e il gatto selvatico. Tra gli uccelli: lo svasso maggiore, il falco pescatore e oltre centocinquanta specie di migratori. Nel lago vivono le rarissime lontre mentre la fauna ittica è rappresentata dal persico reale, coregone, luccio, trota e anguilla. | |||||
LE ACQUE TERMALI - La presenza dei due complessi vulcanici del Lago di Bolsena e del Lago di Vico, e più a sud quello del Lago di Bracciano, fanno della Tuscia Viterbese una zona ricchissima di sorgenti di acque termali. Un patrimonio noto fin dall’antichità, da quando, nel I sec. a.C., il console Cassio Longino Ravilla unì con un’unica strada ben 14 stabilimenti termali costruiti a seguito della conquista romana dell’Etruria meridionale. Il comprensorio termale di Viterbo è sicuramente uno dei più importanti in Italia. Già note all’epoca di papa Gregorio IX (1235) che si recò a Viterbo per curarsi il “male della pietra”, le terme di Viterbo sono addirittura più volte citate nella Divina Commedia di Dante. L’effetto curativo delle acque piacque tanto al pontefice Niccolo V, fondatore della Biblioteca Vaticana, che ordinò la costruzione di uno splendido palazzo per potervi comodamente soggiornare. Da allora il complesso ha assunto il nome di “TERME DEI PAPI”. L’attrattiva principale delle terme viterbesi è costituita attualmente dalle acque e dai fanghi. Rimedi naturali ed efficacissimi per la cura e la prevenzione delle affezioni croniche dell’apparato respiratorio, di quello osteo-articolare, per le malattie della pelle o, più semplicemente, per piacevoli e rilassanti trattamenti estetici. Altre sorgenti termali si trovano ad ORTE e a MUSIGNANO (Canino). Nel momento in cui arrivate alle Terme di Vulci vi accorgete che questo posto magico, incorniciato dalla natura, al confine fra Lazio e Toscana, è fermo nel tempo. Rilassatevi e lasciate che le acque calde naturali agiscano sul vostro corpo e la vostra anima. Un magnifico specchio d’acqua con quattro grandi piscine in cui si passa da 42°C a 30°C, la prima “ferrosa” e le altre diverse nel colore ma non nelle proprietà benefiche. Con tre ulivi al centro della piscina principale, le pietre locali, il legno e le forme sinuose, le Terme si amalgamano esattamente col paesaggio circostante. Immergersi nell’acqua calda, guardando il panorama straordinario della Maremma, è un’esperienza inenarrabile. Una perfetta gita giornaliera, a poco più di un’ora da Roma, 20-30 minuti dal mare e dal lago di Bolsena, nei pressi del Parco naturalistico e archeologico di Vulci. Se però avete tempo per una vacanza di benessere, cultura e buon cibo, dopo il tramonto che sembra dipinto, preparatevi a uno spettacolo ormai raro: la vista del cielo stellato. Alle Terme di Vulci si nuota anche nella Via Lattea. |
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LA COSTA - Da TARQUINIA a PESCIA ROMANA (Montalto di Castro) oltre 50 km di spiagge alle quali si accede per lo più attraversando ampi tratti incontaminati di macchia mediterranea che ancora ricopre questa parte della Maremma laziale. I due centri costieri di Tarquinia e Montalto di Castro offrono, durante la stagione turistica, adeguati servizi ricettivi insieme ad assolate spiagge e ad acque veramente pulite. Da non dimenticare infine, i numerosi centri sportivi e per il tempo libero che è possibile trovare nell’immediato entroterra.
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